Chiesa parrocchiale di Santa Maria

La chiesa parrocchiale di Santa Maria, ad una sola navata con volta in legno è l’edificio sacro principale di Genuri. Si trova nella parte nord su una collina che sovrasta il Paese. Caratterizzata da splendide cappelle seicentesche, fu modificata e arricchita nel corso dei secoli fino al ‘700. Da notare la cappella di Nostra Signora del Carmine di impronta gotica ma con decorazioni in stile rinascimentale e la secentesca cappella di Nostra Signora delle Grazie, contiene un fonte battesimale del ‘600.

Documentata già nell’ottavo decennio del 1500 sotto la dedica di Santa Maria di Monserrat, la parrocchiale di Genuri assume attualmente il titolo di Natività di Maria Vergine, la festa liturgica si celebra l’8 settembre.

Una nuova fase costruttiva ebbe luogo nei primi del 1600, nel 1602 fu fabbricata una nuova campana a ricordo dei lavori della chiesa di Santa Maria di Monserrat. Nel 1603, davanti al notaio Giovanni Antonio Maxia il 7 aprile 1603, furono anticipate 230 lire al mastro Sisinnio Saba “pedrapiquer” (scalpellino della pietra), per la costruzione “che sì è obbligato eseguire nella chiesa parrocchiale di Genuri sotto l’invocazione di Santa Maria”. Di quest’epoca è l’iscrizione reimpiegata come architrave della porta che conduce dalla sagrestia al presbiterio attuale . (presbiterio: spazio riservato ai presbiteri celebrano la S. Messa)

La campana del 1602 reca l’iscrizione : HAEC CAMPANA FACTA EST ANNO 1602 – SANCTA MARIA ORA PRO NOBIS ESSENTE CANONGE EL REV BERNARDINO SERPI NATURAL SE STAMPAIX”. Questa campana e stata realizzata nell’anno 1602- Essendo canonico il Rev.do Bernardino Serpi di Stampace in Cagliari. Santa Maria prega per noi. Nel 1628 fu finita la grande costruzione della chiesa parrocchiale di Santa Maria, con un programma di lavori entro i quali ebbe compimento anche la bella cupola.

Altri accrescimenti ebbero luogo nella metà del secolo come dimostra l’iscrizione dell’antico presbiterio costruito a spese del canonico Efisio Maxia nel 1651. La cupola servì da modello al maestro Francesco Maxia di Serrenti per la costruzione del presbiterio e della cupola di Sant’Antonio di Sardara (1672). Nel coro retrostante il presbiterio, vi è una nicchia con timpano curvo spezzato, nella quale si trovava la statua seicentesca di Santa Maria di Monserrat.

L’antico edificio fu però mutilato negli anni ’50 del 1900, con l’inserzione della nuova aula in senso perpendicolare all’antico asse rivolto a Oriente. Il presbiterio e la cappella destra della costruzione seicentesca, con le loro decorazioni fìtoforme in pietra e con la copertura cupolata, furono così ridotte ad appendice laterale della nuova costruzione.