Storia

La data di fondazione del paese non si conosce, ma il suo territorio fu abitato fin dall’età nuragica, sono stati infatti ritrovati resti di nuraghi ormai del tutto scomparsi quali Santu Marcu, Perdu cadeddu, Maghia sattaia e Sa corti de sa mandara. Tra questi il più importante è quello di Santu Marcu, nel cui sito sono stati rinvenuti frammenti di embrici e vasellame vario.

L’attuale villaggio ha origini medioevali, originariamente faceva parte del giudicato di Arborea ed era incluso nella curatoria della Marmilla.

La particolare posizione del territorio influì sulla sua storia, infatti nel 1206 Guglielmo I Salusio assalì il giudicato d’Arborea e a conclusione della guerra Genuri entrò a far parte del giudicato di Cagliari.
Quando il giudicato di Cagliari cessò di esistere, nella divisione del 1258 fu compreso nel terzo assegnato ai conti di Capraia. Estinti questi ultimi il villaggio tornò nel giudicato d’Arborea e vi rimase nei secoli successivi.
Nel 1409, nella fase finale delle guerre tra Aragona e Arborea, cadde in mano delle truppe reali ed entrò a far parte del Regnum Sardiniae.

Negli anni successivi la Marmilla fu oggetto delle aspirazioni del marchese d’Oristano ma il re, dopo il 1416, preferì concedere il territorio a Garcia de Ferrera che però morì poco dopo.
Nel 1421 Genuri entrò a far parte del feudo concesso a Raimondo Guglielmo Moncada e nel 1454 fu confiscato ai suoi discendenti. In seguito, unitamente alla Marmilla, fu venduto a Pietro Besalù che però a causa dei debiti non riuscì a conservarne il possesso.
Dopo molte peripezie nel 1477 il villaggio fu occupato dalle truppe del conte di Quirra Dalmazio Carroz che vantava dei crediti nei confronti del Besalù e da quel momento fu annesso alla contea di Quirra della quale condivise le vicende nei secoli successivi.

Agli inizi del XVI secolo passò dai Bertran Carroz ai Centelles che ne conservarono il possesso fino all’estinzione avvenuta nel 1674. Durante tutto questo periodo il paese fu compreso nel grande distretto della Marmilla e governato da un funzionario baronale. I poteri della comunità furono ridotti dopo che il sistema di designazione del majore fu modificato, nello stesso periodo fu accresciuta la pressione fiscale.
Successivamente Genuri passò ai Borgia, ai Català e infine agli Osorio, ma la sua condizione non si modificò: nel Settecento infatti i marchesi di Quirra continuarono a farlo amministrare dai loro funzionari.

Nel 1821 fu inserito nella provincia di Ales e finalmente nel 1838 fu riscattato agli ultimi feudatari. Abolite le province, nel 1848 Genuri passò alla divisione amministrativa di Cagliari e vi rimase fino al 1859.
Nel 1928 fu aggregato come frazione al comune di Tuili e solo nel 1958 riacquistò la propria autonomia. Nel 2004, quando si è sviluppato il dibattito sulle nuove province, Genuri ha optato per quella del Medio Campidano.

Seconde alcune ipotesi, il termine Genuri deriverebbe dal sardo “genna” che significa porta e “urus”, ossia toro.

Le tipologie abitative del centro sono quelle caratteristiche della zona della Marmilla: la casa è posta sempre sul fondo del lotto; sul cortile interno ”sa lolla”, con tre o quattro arcate, si affacciano le stanze e nella parte posteriore del loggiato presenta due piani. I materiali di costruzione sono diversi: mattoni crudi nella parte alta e pietrame scuro di origine vulcanica nei piani inferiori.

L’edificio più importante è la chiesa di Santa Maria di Monserrato posta al centro del paese. La parrocchiale fu edificata in forme gotico-aragonesi nel XVI secolo e ristrutturata con l’aggiunta di alcune cappelle nella seconda metà del Seicento.
Altro edificio di grande interesse è la chiesa di San Dorino, costruita nel XV secolo.

Fonte: Comunas – Regione Autonoma della Sardegna